Nel 1848 vennero a Padova per aiutare i veneti nell'insurrezione contro l'Austria i Militi pontifici, e con essi come cappellani di guerra i due frati barnabiti Ugo Bassi e Alessandro Gavazzi. Il padre Ugo Bassi era nato a Cento in provincia di Ferrara nel 1800 e fu un martire della causa italiana perché ritornato a Roma dopo la sventurata campagna del Veneto prese parte all'assedio di quella città nel 1849, fu amico di Garibaldi e fu compagno nella tragica fuga dell'Eroe in Romagna. Il Bassi venne arrestato dagli austriaci a Comacchio e fucilato 18 agosto 1849. L'altro frate, padre Alessandro Gavazzi, godeva fama di grande oratore popolare e parlò più volte ai padovani incitandoli alla riscossa contro l'Austria, come aveva fatto nelle chiese e nelle piazze delle città che aveva attraversate venendo da Roma a Padova coi volontari pontifici. Arrivato a Padova la sera del 4 maggio, la mattina del 5 predicò in Duomo, ove si festeggiava il giorno di San Pio V, onomastico quindi del regnante Papa Pio IX. Il suo breve discorso fu un brillante encomio del Papa, il quale poco tempo prima aveva benedetto l'Italia, infondendo in tutti la speranza che egli si mettesse a capo per liberarla dallo straniero, e fra le grida di evviva Pio IX il Gavazzi invitò il popolo a recarsi nel pomeriggio in Piazza dei Signori per udire da lui stesso un altro discorso. Ed infatti alle cinque pomeridiane, montato su di un palco improvvisato nella detta piazza, parlò dimostrando che l'occasione presentatasi per liberare l'Italia era fortunosa e non si sarebbe presentata più, ed eccitò tutti a cooperare con l'opera, con le sostanze, col braccio e con la vita. Male informato rimproverò il nostro clero come austriacante, il che in generale non era vero Il discorso venne interrotto dalla pioggia onde egli lo finì esclamando anche il tempo è austriacante! Parlò di nuovo nella stessa piazza il giorno 8, sollevando il più grande entusiasmo e fece dal popolo annullare il nome di Piazza dei Signori, imponendole quello di Pio IX. e questo nome le rimase fino al 13 giugno 1848 quando ritornarono gli austriaci incitò i cittadini a versare quanto potevano ad un Comitato incaricato di raccogliere offerte di denaro e gioielli, ed in pochi giorni vennero raccolte oltre dodicimila lire c parecchi chilogrammi di oggetti d'oro e d'argento. Sventuratamente tutto quell'entusiasmo per un cumulo di circostanze varie, come si sa, finì in una sconfitta per la causa italiana. |
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